LA FESTIVITÀ PAGANA DEL CONSUMO
In tutto il mondo, già da diversi giorni, milioni di persone si affannano nell’acquisto di qualunque cosa si possa acquistare. Dopo un anno e mezzo di pandemia e nonostante la crescita dei contagi, in Italia si accalcheranno nei negozi in migliaia a cercare lo sconto più incredibile o l’offerta più conveniente.
Milioni di persone rovistano i siti di e-commerce alla ricerca di qualcosa. Nulla di preciso, solo qualche oggetto da poter ostentare nei prossimi giorni.
Come se fosse una gara di pesca, una postmoderna “battuta di caccia”: soli, davanti ai PC, nella comune ricerca di una piccola gioia effimera che, se va bene, proviene dal semplice oggetto acquistato, se va male riguarda la compulsione all’acquisto, se va ancora peggio proviene dal risparmio ottenuto nell’acquistare qualcosa in saldo.
Quello che si celebra oggi è un giorno che rappresenta il trionfo di un modello di produzione e consumo basato su una crescita costante che da sempre genera disuguaglianza, contribuisce a distruggere l’ambiente e a sfruttare lavoro e lavoratori, i quali in diverse parti d’Italia e del mondo scioperano e sciopereranno in questi giorni per protestare contro le terribili condizioni che sono costretti a vivere durante queste folli giornate.
Lo sapete che Jeff Bezos in questi mesi di pandemia si è arricchito così tanto che se donasse 150k dollari ad ogni suo dipendente sarebbe comunque più ricco dell’inizio della pandemia?
Non vogliamo contribuire a quel sistema che permette ai miliardari di essere ancora più ricchi sulle spalle dei lavoratori, dell’ambiente e in barba a qualsiasi legge e tassa sui capitali. Dobbiamo ripensare il nostro modello di consumo. Dobbiamo ripensare cosa acquistiamo, come lo acquistiamo e perché lo acquistiamo: sappiamo bene che il 70% delle emissioni globali è causato da 100 multinazionali; sappiamo bene che pochi si possono permettere di acquistare da filiere controllate ed ecosostenibili.
Questo dovrebbe spronarci a mettere in discussione non solo il sistema economico e sociale nel quale viviamo, ma anche il nostro ruolo in quanto consumatori/produttori all’interno di questo sistema.
Perciò oggi per noi niente black friday, niente ammennicoli inutili comprati a pochi euro. Oggi vogliamo stare al fianco di lavoratori e lavoratrici che in tutto il mondo scioperano mentre Jeff Bezos sceglie di accumulare ricchezze infinite giocando a nascondino con gli Stati di tutto il mondo per non pagare il fisco, spesso usando come arma di ricatto proprio quel grandissimo numero di lavoratori che stanno protestando in queste ore. Per questi e per molti altri motivi oggi noi di RiFestival – Un Altro Mondo è Possibile vi invitiamo a fare un #BlockFriday. La volontà di boicottare la giornata della reificazione del consumo significa indicare le multinazionali come le maggiori responsabili delle emissioni climalteranti, in barba a chi dice che chi scende in strada “solo” per il clima non compie un’azione politica, che non si schiera.
Il messaggio è uno, non fraintendibile: è giunto il momento di mettere da parte il profitto di pochi e contribuire a rendere possibile un futuro sostenibile per tutti gli esseri viventi che abitano questo pianeta. Un modello di sviluppo sostenibile passa anche dalle nostre scelte quotidiane: dal modo in cui consumiamo al modo in cui rivendichiamo giustizia sociale nelle piazze.
Tutte e tutti insieme, verso un altro mondo possibile.
Testo di Lorenzo e Matteo, illustrazione di Caterina