Il tema di quest'anno? Liberazioni.
Programma in aggiornamento. Continua a seguirci!
Festival dell'Antropologia
Thomas Sankara: Osare inventare l’impossibile
Aula 3 - Via Zamboni 38
Thomas Sankara, un giovane capitano del Burkina Faso, prese il potere nel 1984. In pochi anni seppe trasformare uno dei Paesi più poveri del mondo, in una realtà vivace, seppe dare fiducia al suo popolo e fu un precursore nel campo dell’ecologia. Girava in bicicletta, si mescolava alla gente, suonava la chitarra, anche per questo divenne una speranza per tutta l’Africa, grazie al suo motto: “Osare inventare l’avvenire”. Fu ucciso tre anni dopo. La sua rivoluzione faceva paura ai colonialisti.
Liberazioni appassite, risorgenti nazionalismi, evasioni di massa
Aula Tibiletti - Via Zamboni 38
Nel 1991 col suicidio dell'URSS il mondo ha cominciato a cambiare in modo rapido, irreversibile, drammatico. Nell'Europa orientale è montata un'ondata di russofobia e sono saliti al potere partiti di orientamento reazionario. Nell'Europa occidentale si è assistito alla dismissione o all'involuzione dei partiti di sinistra. Con la fine della guerra fredda hanno avuto inizio anche il declino dell'egemonia mondiale degli USA e l'ascesa politico-economico-militare della Cina. Il panorama che il mondo offre oggi è quello di una recrudescenza dei nazionalismi, dal tentativo di creare un nuovo nazionalismo paneuropeo bellicista, dall'assenza di una progettualità politica riformista e di movimenti rivoluzionari a Occidente. Si assiste invece ad un'involuzione politica e civile che spinge i ceti medi e popolari dei paesi occidentali ad allontanarsi dalla politica e a vivere un'esistenza dedicata al consumo materiale e all'evasione attraverso il turismo di massa, divenuto una delle più grandi industrie mondiali.
Non siete stato voi. Educazione e cultura contro la violenza dell'ingiustizia
Aula 5 - Via Zamboni 38
Di “giustizia” e “ingiustizia” gli esseri umani ragionano fin dalla notte dei tempi. Cosa è giusto e cosa è sbagliato? Chi lo stabilisce? Quali sono i compiti, le finalità e i limiti di coloro che amministrano la giustizia? Quale che sia l’apparato chiamato a tali compiti - comunità informale, Leviatano o Stato di diritto che sia –, nelle comunità si agitano da sempre tensioni diverse. Nel mondo contemporaneo siamo abituati ad immaginare che le regole dello Stato di diritto ci sottraggano a queste tensioni. Le cronache quotidiane dal carcere (e da fuori di esso) smentiscono questa convinzione: nella nostra società è fortissimo ancora lo scontro tra idee di “giustizia”. La presenza ancora radicata di una idea di giustizia come violenza, vendetta, legittima disumanizzazione del “colpevole” emerge dalle cronache giudiziarie, dalle discussioni televisive, dalle tendenze da social network. Qual è l’alternativa? E come la si costruisce?
Decostruzione antiabilista. Antropologia e percorsi di autoeducazione individuale e collettiva
Aula 2 - Via Zamboni 38
Cos’è l’abilismo? Il termine identifica un atteggiamento discriminatorio e pregiudizialmente svalutativo verso le persone con disabilità e rappresenta un aspetto radicato di moltissime culture e tradizioni. È dunque bene provare a riconoscere in che modo l’abilismo permea la nostra società e come sia culturalmente costruito e non costituisca invece qualcosa di intrinseco nei corpi o nelle menti delle persone. Con questa consapevolezza si può così iniziare a decostruire l’abilismo partendo dalla quotidianità e riflettendo sulle interazioni tra le persone con disabilità e il resto della società, riconoscendo che ruolo ognuno di noi ricopre in tutto ciò.
Umanità violata. La Palestina e l'inferno della ragione
Aula 3 - Via Zamboni 38
Quanto sta accadendo in Palestina è irriducibile a una misura locale: è una apocalisse che narra di tutti noi, è un ‘nodo’ della storia mondiale che chiama in causa anche la filosofia.Perché proprio in questo nostro presente cieco a sé stesso – come sempre è il presente quando le civiltà paiono precipitare nel sonnambulismo che precede lo schianto – le questioni più fondamentali ritornano d’attualità. All’origine di questo libro c’è un viaggio di scoperta che comincia in Israele e nei territori occupati della Palestina al principio del 2023 e prosegue – nella riflessione – nei mesi seguenti l’eccidio del 7 ottobre dello stesso anno. La Palestina, minuscolo pezzo di terra mediterranea incastrato fra Europa, Asia e Africa, appare come il luogo in cui prende forma esemplare e tragica uno dei paradossi su cui si regge la civiltà. Da quando esiste, il diritto è in tensione costante con la giustizia e con la forza e vige in virtù della politica che pure ne è vincolata e regolata – salvo farsi non solo cieca ma criminale. È questo il paradosso della legge, che si rivive in tutta la sua tragica profondità in Palestina, nella terra dove tre religioni riconoscono alla legge scritta un’origine divina, e in Israele, uno stato sul quale pende oggi la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja che deciderà dell’accusa di genocidio.
Antropobimbi - Laboratorio di antropologia per bambini e bambine
Aula 6 - Via Zamboni 38
Come portare l’antropologia ai bambini e alle bambine? Ma soprattutto, perché? Una scienza curiosa, in cui l3 scienziat3 esplorano le possibilità di essere umani. Il laboratorio si propone, attraverso l’esplorazione di diversi (e inusuali) materiali artistici, di riflettere sull’antropologia in un contesto di gioco e sperimentazione artistica.
Per info e/o prenotazioni, inviare una mail a: sara1abrigo@gmail.com
Indossare la libertà: Identità e ruoli femminili a Zanzibar dopo l’abolizione della schiavitù in Africa orientale
Aula Tibiletti - Via Zamboni 38
Cosa comporta il passaggio dalla schiavitù alla libertà? Come si costruisce una nuova vita da persone libere? Questo intervento, partendo da una contestualizzazione storica della schiavitù e della liberazione in Africa orientale, esplora il processo attraverso il quale le donne hanno rimodellato la propria identità dopo l’abolizione. In particolare, si concentra sulla trasformazione del loro modo di vestire attraverso l'adozione dei kanga, tessuti colorati che continuano a essere un elemento fondamentale di identità e libertà per le donne swahili dell'Africa orientale.
Aborto: storia e società. La legge 194 tra distorsioni politiche e diritti negati
Aula 2 - Via Zamboni 38
A più di quarant'anni dall'approvazione della Legge 194, avvenuta nel 1978, il pieno riconoscimento del diritto all'interruzione volontaria di gravidanza in Italia è ancora molto lontano. L’obiezione di coscienza rende il diritto sostanzialmente negato in molte Province e Regioni. Crescono i movimenti pro-vita, che hanno più volte avanzato proposte di abrogazione e modifica della Legge stessa, con il sostegno implicito di partiti nazionali e amministrazioni locali. In questo contesto le lotte femministe si dimostrano più che mai cruciali per la lotta e rivendicazione del diritto all'autodeterminazione delle donne. Di fronte a problemi di tale rilevanza, che la società odierna si trova ad affrontare, appare necessario andare ad analizzare le ragioni storiche che hanno portato alla Legge 194 e ricostruirne pienamente il contenuto.
In collaborazione con lo SPI CGIL Emilia-Romagna
Turismo, petrolio d'Italia? Overtourism, gentrificazione e questione abitativa
Aula Tibiletti - Via Zamboni 38
In che modo il turismo di massa sta cambiando il volto delle città? La speculazione immobiliare privata e la gentrificazione stanno davvero rendendo impensabile concepire un turismo sostenibile e inclusivo? Come reagiscono alla turistificazione spazi e comunità, tra conflitti, resistenze e possibili alternative? In quest’iniziativa metteremo in dialogo molteplici prospettive - giornalismo, sociologia, geografia - per comprendere le trasformazioni del nostro tempo e ripensare il futuro delle città.
Rivolte senza rivoluzioni? Note di campo sul 13 maggio 2024 in Nuova Caledonia
Aula 5 - Via Zamboni 38
Il 13 maggio 2024 è ormai una data storica per la Nuova Caledonia. Essa coincide infatti con lo scoppio di una grande rivolta, in cui hanno perso la vita 14 persone e sono andate distrutte centinaia di attività commerciali, aziende, scuole, chiese, edifici pubblici. Quali sono le cause prossime e lontane di questa rivolta che ha visto come protagoniste soprattutto le giovani generazioni? Si è trattato di una rivolta anti-coloniale, di una ribellione contro il capitale e le ingiustizie? C'è di mezzo anche una difffdenza diffusa verso gli chefs coutumiers, le autorità tradizionali? A partire da un particolare angolo visuale, quello dei migranti polinesiani in questo Paese d'Oltremare Francese del Pacifico, l'intervento di Adriano Favole si interroga sulle complesse dinamiche della decolonizzazione. E si chiede se, anche questa, sarà l'ennesima rivolta del xxi secolo a cui non seguirà una vera e propria rivoluzione politica.
Recovery in salute mentale: Un nuovo approccio partecipativo e inclusivo?
Aula 3 - Via Zamboni 38
“Recovery” significa recupero, riappropriazione, guarigione. In salute mentale costituisce un nuovo orientamento che promette di cambiare le politiche e i servizi psichiatrici verso modalità partecipative, rispettose della soggettività e attente all’importanza delle relazioni sociali; il sapere di chi vive esperienze di disagio viene considerato preponderante nella definizione delle pratiche di cura. Tale riformulazione apre nuovi spazi alla riflessione sul rapporto tra esperienza e sapere, sulla critica del modello medico e sulle forme del welfare.
Lotte, Resistenza e Liberazioni. L’esempio di Luciana Castellina e delle donne comuniste italiane in Europa
Aula 6 - Via Zamboni 38
L’esperienza personale e politica di Luciana Castellina e il suo percorso politico nelle istituzioni europee e nell’associazionismo serviranno come filo conduttore di una riflessione più ampia sulle responsabilità dell’Europa a livello internazionale, a partire dalla sua parzialità rispetto alla Questione Palestinese, dalle nuove politiche di riarmo e dalla prospettiva politica verso cui si sta orientando l’Unione Europea. Intorno a queste tematiche si costruirà un dialogo tra Luciana Castellina e il pubblico presente, così da creare un’opportunità di scambio e condivisione con chi, come lei, ha potuto, nel corso della sua vita e della sua militanza, costruire, partecipare e attraversare fondamentali fenomeni sociali, culturali e politici.
Creativity at work. Immaginare futuri con l'antropologia
Aula 2 - Via Zamboni 38
L’iniziativa si propone di attraversare in modo dialogico alcune questioni che animeranno l’evento internazionale WWNA ""Creativity at Work"", previsto a Bologna il 3 e il 4 ottobre e co-organizzato dall’AAN (Applied Anthropology Network), dalla Società Italiana di Antropologia Applicata (SIAA), dalle Università di Bologna (DISCI e EDU) e Verona (SCIENZE UMANE). In quali forme e modalità l’approccio etnografico può proiettarsi creativamente in uno scenario professionale incerto? Quali metodologie e forme di collaborazione sono mobilitate e (re)inventate nella pratica antropologica per oltrepassare i confini tra diverse prospettive disciplinari e saperi professionali? Come può la pratica antropologica prendere sul serio la sfida di immaginare ai propri futuri assumendo la creatività come “bene comune”?
In occasione del lancio dell’evento WWNA, l’iniziativa al Festival punta a co-costruire un primo momento di scambio e riflessione con i partecipanti per iniziare a immaginare e ricomporre insieme i futuri possibili dell’antropologia
Lavoro e cittadinanza. Una primavera dei diritti?
Aula Tibiletti - Via Zamboni 38
Per molti anni nelle piazze d'Italia e del mondo, i movimenti di protesta hanno gridato uno slogan: "Un altro mondo è possibile!". Uno slogan efficace, capace di declinarsi nelle variegate lotte che hanno attraversanto paesi e continenti diversi. Negli ultimi decenni di fronte alle tante miserie del presente questo grido di sperenza si è spesso trasformato - individualmente o collettivamente - in una domanda: "Un altro mondo è possibile?". Un altro mondo è possibile in un mondo nel caos, in cui gli imperialismi combattono con le armi e con i dazi sulla pelle di miliardi di persone? Un altro mondo è possibile quando le paure vengono strumentalizzate per rivolgere la rabbia verso i più deboli? In questo contesto, l'8 e 9 giugno in Italia si terranno 5 referendum in cui gli italiani saranno chiamati a votare sulla precarietà, sulla sicurezza del lavoro, sui diritti dei milioni di italiani senza cittadinanza. Dopo l'inverno della ragione, è possibile la primavera dei diritti?
Antropologie dell'omolesbobitransfobia: Le parole della violenza, la violenza delle parole
Aula 6 - Via Zamboni 38
Secondo la Treccani, l'omofobia è la "paura dell’omosessualità, sia come timore ossessivo di essere o di scoprirsi omosessuale, sia come atteggiamento di condanna dell’omosessualità." La stessa Enciclopedia definisce l'antropologia come "scienza dell’uomo, considerato sia come soggetto o individuo, sia in aggregati, comunità, situazioni." Le due definizioni contengono un punto in comune: nell'omolesbobitransfobia e nell'antropologia convivono - e confliggono - dimensioni individuali e relazionali. Sono dimensioni che si sviluppano attraverso rappresentazioni e immagini, parole e azioni. Processi che costruiscono narrazioni e contro-narrazioni, rappresentazioni e contro- rappresentazioni. L'antropologia può quindi essere utile - forse, necessaria - per indagare ed interrogare i processi - individuali e relazionali - che producono e alimentano l'omolesbobitransfobia, le discriminazioni ed i processi che invece costruiscono parole e comunità accoglienti ed inclusive.
Geografie della liberazione. Movimenti e lotte contro colonialismo e imperialismo
Aula 3 - Via Zamboni 38
A cinquant’anni dalla liberazione di Saigon, che il 30 aprile 1975 segnò la fine della guerra del Vietnam, riteniamo essenziale riflettere sulle declinazioni del concetto di liberazione nei movimenti anticoloniali e sulle sue articolazioni nei processi di decolonizzazione del XX secolo. In questo quadro, la decolonizzazione apparirà come un processo incompiuto, ancora al centro delle tensioni globali su lavoro, sfruttamento, sovranità, guerra e cittadinanza.
Antropologia delle nuove generazioni d'Italia
Aula 5 - Via Zamboni 38
Il dibattito sulla collocazione presente e futura dei figli di migranti nella società italiana è al centro del discorso pubblico da oltre due decenni. Le rappresentazioni mediatiche e politiche hanno spesso perpetuato stereotipi, mettendo in discussione la loro appartenenza alla comunità nazionale o mettendo i figli di migranti in condizione di dover dimostrare una supposta “italianità”. L'incontro si concentra sui nodi analitici e le forme di attivismo che questa configurazione produce, restituendo le pratiche sociali che i figli di migranti attivano per navigare il carattere escludente dell' "italianità".
Libera nos a malo … liberi da, liberi di: Il volto ambiguo della libertà
Aula 3 - Via Zamboni 38
Potremmo dire che Homo sapiens è tra gli animali più liberi, forse l’animale più libero che esista sulla faccia della Terra. Ciò è dovuto alla relativa carenza di vincoli genetici sul piano comportamentale e alla capacità, tipicamente umana, di svincolarsi da modelli, regole, tabu che Homo sapiens normalmente si autoimpone. Che cosa succede però quando Homo sapiens si affida totalmente alla libertà (libertà da e libertà di), ovvero al progresso infinito: non diventa forse prigioniero della sua stessa libertà?
Nuovi orizzonti. Rileggere Ernesto de Martino 60 anni dalla scomparsa
Aula 2 - Via Zamboni 38
A sessant'anni dalla sua morte, l'eredità personale e intellettuale di de Martino non ha perso nulla della sua complessità e della sua capacità di dialogare con il presente. Fenomeni e concetti famosi come il tarantismo, la "crisi della presenza" o le apocalissi culturali, ci parlano tanto dei modi con cui gli esseri umani plasmano liberamente la propria esistenza, quanto dei rischi inevitabili che si corrono nel farlo. La traiettoria politica di de Martino riflette un percorso di liberazione personale, in un'Italia divisa dalla guerra: la precoce adesione al fascismo si trasforma in opposizione al regime, partecipazione alla Resistenza e lotta politica. Ciò che rimane costante è la lucidità con cui egli - come uomo e come etnologo - osserva il mondo cambiare. In questo senso, lo sguardo critico di de Martino verso una società europea in precario equilibrio tra speranze e minacce, oggi più che mai mostra la sua attualità"
Memorie partigiane. Resistenze di ieri e di oggi
Aula 5 - Via Zamboni 38
Sono passati 80 anni esatti dal 25 aprile 1945, momento culminante della Resistenza in Italia e della nostra liberazione dal nazifascismo. Mai come oggi questa memoria sembra diventata divisiva nella società, da chi ne minimizza il significato fino a chi ne prende persino le distanze. Inoltre, la visione sempre più ambigua che si ha dell3 Partigian3, ha condotto anche al rischio di equiparare le vittime di tutti gli schieramenti, di smarrire il senso della ragione delle azioni storiche e delle differenze fra chi si è battuto per la giustizia e la libertà e chi ha invece sostenuto regimi totalitari e discriminatori.
Come possiamo partecipare attivamente al patrimonio collettivo rappresentato dalla Resistenza, nel momento in cui l3 protagonist3 di quei giorni ci stanno lasciando?
In collaborazione con lo SPI CGIL Emilia-Romagna e l'ANPI Bologna.
Immagini liberate. Memorie migranti e film di famiglia
Aula 2 - Via Zamboni 38
I film di famiglia sono documenti eccentrici per un'analisi antropologica. Filmati “in forma minore”, si definiscono spesso per una loro mancanza rispetto al canone filmico: non commerciali, non professionali, non documentari, non rilevanti. E’a partire dalle loro caratteristiche (intimità, marginalità, domesticità, autoreferenzialità) che uno sguardo antropologico può raccontarci, tra le altre cose, della migrazione come spazio di immagini -anche grazie alle recenti possibilità di digitalizzazione- “liberate”.
Alternative alla guerra: Ragione postclassica e nuove filosofie della storia
Aula 6 - Via Zamboni 38
L’attuale situazione storica e geopolitica vede la crisi dell’universalismo, su cui si sono fondate istituzioni come l’ONU, e il riemergere di nazionalismi autoritari che ripropongono l’usurato modello del primato della forza. La filosofia del Novecento è andata ben oltre questi vecchi schemi: si cercherà di illustrare come nel pensiero di Maurice Merleau-Ponty, di Johan Huizinga e di Michel Foucault si possano rintracciare delle impostazioni molto più ricche e complesse.
Liberare l’alimentazione. Storia e miti in cucina
Aula Tibiletti - Via Zamboni 38
L'alimentazione è un fenomeno complesso, che tocca la storia di genere, la storia della scienza, la storia culturale ed economica in generale, tanto da avere importanti ricadute nel mondo del lavoro, nella politica, nella sostenibilità ambientale e nell'etica. In Italia tutto ciò che riguarda la cucina è vittima di innumerevoli narrazioni distorte, imposte dall’alto, e di ricostruzioni mitizzate che utilizzano una presunta tradizione univoca e dal passato leggendario per legittimare politiche reazionarie e a tratti antiscientifiche. Si sente quindi l’esigenza di “liberare” l’alimentazione da tutte le ricostruzioni artificiali, ridando voce a una cultura più popolare. Forse a dover essere liberata è anche la stessa storia dell'alimentazione, per riscoprirla in tutta la sua ricchezza e complessità multiculturale e in costante cambiamento.
Gli anni 70: Le minacce alla democrazia e le reazioni della società italiana
Aula Tibiletti - Via Zamboni 38
Lo stragismo italiano, che ha insanguinato l’Italia tra la fine degli anni '60 e gli anni '80, è stato il risultato di una strategia della tensione, mirata a destabilizzare il Paese e a colpire indiscriminatamente la popolazione per influenzare l'opinione pubblica, come avvenne a seguito del 2 agosto 1980. In questo contesto, gli Anni di Piombo hanno visto un conflitto tra il terrorismo neofascista, la repressione statale e la lotta armata della sinistra rivoluzionaria, mentre alcuni elementi delle istituzioni alimentavano il caos per soffocare ogni tentativo di cambiamento sociale. Ripercorrere questa storia significa confrontarsi con un passato ancora irrisolto, segnato da impunità, depistaggi e memorie divise, di cui ne è esempio evidente il caso bolognese.
Sorvegliare e punire. Salute e diritti nei CPR
Aula 3 - Via Zamboni 38
I Centri di Permanentza per i Rimpatri (CPR) sono strutture di detenzione amministrativa dove sono reclusi i cittadini non comunitari non in regola con i documenti o destinatari di provvedimenti di espulsione.
I CPR si inseriscono in un sistema articolato di controllo e detenzione amministrativa, composto dagli hotspot ("strutture di primo soccorso e accoglienza") presenti a Lampedusa, Pozzallo, Messina e Taranto, dai 9 Centri di prima accoglienza (CPA) in cui sono trasferiti i migranti che hanno manifestato la volontà di chiedere asilo in Italia e dai 9 CPR in cui sono reclusi i migranti che non hanno i requisiti per ottenere la protezione internazionale.
I CPR sono strutture finalizzate alla repressione, criminalizzazione e marginalizzazione delle persone migranti, in cui persone che non hanno commesso alcun atto violento contro persone e cose subiscono una strutturale violenza fisica e psicologica istituzionalizzata.
Quali condizioni politiche, culturali e sociali hanno determinato e continuano a determinare la legittimazione di processi di tale violenza strutturale? Quali impatti individuali e collettivi producono sulle persone e sulle comunità sottoposte a tali violenze?
Sessualità e Liber-Azioni
Aula 3 - Via Zamboni 38
Il seminario laboratoriale “Sessualità e Liber-Azioni” propone un percorso teorico-esperienziale per esplorare il rapporto tra sessualità, corpo e autodeterminazione.
Attraverso l’esposizione di spunti analitici e interattive le persone partecipanti avranno l’opportunità di riflettere e decostruire stereotipi e norme relative a sessualità, relazioni e identità al fine di co-costruire e mettere in dialogo narrazioni, esperienze e punti di vista.
Il tutto nell’ottica di riflettere sulle liber-azioni personali e collettive. Il laboratorio si rivolge a chiunque voglia approfondire le tematiche di genere e sessualità in uno spazio sicuro e accogliente e che promuove il confronto, la consapevolezza e autodeterminazione di tutte
le soggettività.
Sostieni il Festival!
I soldi raccolti con questo crowdfunding finanzieranno le attività realizzate durante la prossima edizione del Festival.
Rimani aggiornatə sulle ultime novità del Festival
Iscriviti alla nostra newsletter e non perderti mai nulla: eventi, workshop, podcast, articoli e molto altro ancora!