Il tema di quest'anno? Costruire Alternative.
Antropologia e diritto alla salute. Disuguaglianze, esclusione, privatizzazione: quali alternative?
Aula 3, Via Zamboni 38
Le disuguaglianze sociali ed economiche del nostro paese ostacolano sempre più l’accesso universale alle cure e ai servizi. Il diritto alla salute è stato più volte messo in discussione ed è evidente la necessità di mettere in campo percorsi di integrazione e accessibilità alle cure tramite la collaborazione di medici, antropologi e membri delle comunità. Essi possono generare un'attenzione attiva verso le esigenze, sviluppando soluzioni sostenibili, personalizzate e accessibili, promuovendo così una risposta mirata alle necessità presenti.
Disuguaglianze plurali. Genere, generazioni e territori
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
Le diverse forme di disuguaglianza tra individui e gruppi sociali vengono raggruppate in disuguaglianze verticali e orizzontali. La dicotomia verticale/orizzontale non deve tuttavia trarre in inganno dato che le disuguaglianze sono sempre verticali, ossia quelle che possono essere rappresentate in una gerarchia ordinata – di livelli di istruzione, di reddito, di posizione nella stratificazione occupazionale: tra chi ha più o meno potere, più o meno riconoscimento. Accanto a questi due tipi di disuguaglianza ne possiamo individuare altre due: quella prodotta dai tempi di ingresso in un determinato sistema, e quelle determinate dalle disuguaglianze territoriali.
La memoria della differenza, la coscienza della convivenza. Il patto tra i taneka del Benin
Aula 5, Via Zamboni 38
L’etnicità non è un sentimento innato, ma il frutto di un processo culturale. È questo che ci insegnano i Taneka del Benin, che grazie al loro secolare «patto delle colline» hanno trasformato una comunità di frontiera basata su relazioni parentali in una società fondata sulla differenza e l’interdipendenza, una società in cui nessuno è straniero e nessuno è autoctono. Una lezione non da poco in un’epoca in cui la convivenza appare un traguardo sempre più lontano.
Liberi fino alla fine - Eutanasia legale, la battaglia per il diritto alla dignità
Aula 3, Via Zamboni 38
Grazie all'azione di disobbedienza civile per l'aiuto fornito a Dj Fabo, la Corte costituzionale ha riconosciuto il diritto al "suicidio medicalmente assistito" per le persone che lo richiedano in piena lucidità, con patologia irreversibile, sofferenze insopportabili e tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale. Rimane però in vigore il reato del 1930, che punisce fino a 12 anni di carcere l'aiuto fornito a chi non dipende "da trattamenti di sostegno vitale". Il divieto va superato se si vuole garantire il diritto all'autodeterminazione della persona e alla dignità fino alla fine della vita. Modererà l'iniziativa Nicolò Compostella, segretario Cellula Alc Bologna.
L’Europa (e l’Italia) sul bordo del precipizio. Guerre, crisi e manganelli: dov’è l’alternativa?
Aula 3, Via Zamboni 38
L'Unione Europea e le sue Istituzioni si presentano all’appuntamento elettorale di giugno in uno stato di forte crisi di identità, rappresentanza e credibilità. Dalla possibile svolta rappresentata dalla scelta di affrontare l'uscita dalla pandemia attraverso il debito comune per attuare politiche di sviluppo per realizzare le grandi transizioni, il dibattito europeo sembra tornato al punto di partenza. La guerra è prepotentemente sul tavolo della discussione, tra le spinte per un intervento diretto in Ucraina e i silenzi assordanti sul massacro di Gaza. Il vento dei nazionalismi cresce. Il possibile ritorno di Trump mette in discussione la strategia geopolitica europea. La sfida della transizione ecologica per rispondere ai disastri causati dal cambiamento climatico finisce in soffitta, la priorità è la corsa agli armamenti. In Italia, intanto, si parla d'altro. E per nascondere le proprie debolezze, il Governo scommette sul fascino dell'autoritarismo e sull'esibizione della forza,come dimostrano le ricorrenti manganellate inferte a studenti, migranti e manifestanti. C'è un'altra via?
Decostruire il gastronazionalismo - Per una resistenza culinaria
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
La carbonara è una ricetta americana, fino agli anni Cinquanta gli italiani non conoscevano la pizza e i tortellini bolognesi avevano il ripieno di pollo. Le leggende che accompagnano i piatti tipici italiani sono invenzioni molto recenti, scaturite dalla crisi industriale degli anni Settanta. La narrazione distorta dei prodotti della tradizione italiana alimenta un’identità nazionalista su cui le destre guadagnano consenso.
Incolti. Un’alternativa al conflitto fra natura e cultura
Aula 3, Via Zamboni 38
'Casa' è fuori di noi, è l’insieme delle relazioni che abbiamo con gli umani e con gli altri esseri che vivono con noi qui sulla Terra. Dobbiamo la vita a forze ed esseri ‘selvatici’, ‘incolti’, che vivono cioè fuori dai confini delle culture intese come spazi simbolici. L’incolto è la nozione di cui abbiamo bisogno per uscire da quella contrapposizione tra natura e cultura che continua a colonizzare le nostre menti.
Nel museo che vorrei: prospettive antropologiche per narrazioni inclusive nelle pratiche museali
Aula 5, Via Zamboni 38
Come possono i musei (e i musei etnografici!) costruire l’alternativa? Nuovi approcci inclusivi e il coinvolgimento attivo delle comunità hanno reso fertile il dibattito museale degli ultimi vent’anni: parleremo di alcune pratiche in questa direzione. Come possiamo trattare i feticci africani nei musei come oggetti rituali “vivi” - mettendoli a disposizione delle comunità di origine e afrodiscendenti, ridefinendo il concetto di cura rituale? Quali nuove prospettive e pratiche museali emergono dall’analisi dei quipu andini - quelli “sotto teca” come quelli tuttora indossati - veicoli di discorsi su storia, identità e potere? Che domande su noi stessi e sul nostro rapporto con l’Altro ci pongono le biografie e le narrazioni del patrimonio nativo americano oggi nelle collezioni italiane?
Antropobimbi - Laboratorio di antropologia per bambini e bambine
Aula 6, Via Zamboni 38
Come portare l’antropologia ai bambini e alle bambine? Ma soprattutto, perché? Una scienza curiosa, in cui l3 scienziat3 esplorano le possibilità di essere umani. Il laboratorio si propone, attraverso l’esplorazione di diversi (e inusuali) materiali artistici, di riflettere sull’antropologia in un contesto di gioco e sperimentazione artistica.
Per info e/o prenotazioni, inviare una mail a: sara1abrigo@gmail.com
Tecnocina - Prospettive di sviluppo e sorveglianza
Aula 3, Via Zamboni 38
La storia della Repubblica Popolare Cinese si può comprendere solamente leggendo tra le maglie del suo rapporto con la tecnologia e l’innovazione. Tecnocina di Simone Pieranni ripercorre la sua storia, dall'informatica alla pianificazione familiare, dalla bomba atomica alle conquiste spaziali, un viaggio che ha portato la fabbrica del mondo a diventare un gigante high-tech.
Percorsi di uscita dal carcere e esperienze di reinserimento sociale. Quali prospettive?
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
Lo stato in cui riversa il sistema carcerario italiano esprime la necessità di attivare strategie che agevolino il rientro nella società in ottica educativo-lavorativa.
Uno sguardo sulla co-costruzione delle pratiche di reinserimento sociale, tra stigma e preconcetto. Dalle fasi di preparazione all'uscita dal carcere come parti del progetto di trattamento, fino alla ricerca sul re-entry.
La merce entra in scena: Marx e il feticismo
Aula 6, Via Zamboni 38
Vogliamo ripercorrere la storia filosofica della nozione di feticismo dalle sue origini coloniali, con i pregiudizi occidentali sui selvaggi e sui primitivi, alle riflessioni antropologiche di Marcel Mauss e Claude Lévi-Strauss. Una discussione sulla sua trasformazione concettuale nell’elaborazione della teoria del valore e della merce in Marx e nell’elaborazione psicoanalitica di Freud.
Consenso è piacere: antropologia, educazione, sessualità
Aula 3, Via Zamboni 38
Una riflessione sull'educazione affettiva e sessuale in Italia e sul ruolo dell'antropologia nel dibattito sulle politiche socio-educative per il benessere sessuale dei giovani e degli adulti. Come promuovere comportamenti consensuali e contrastare le discriminazioni di genere e le violenze? Nonostante l'antropologia sia poco riconosciuta in questo campo, offre spunti per ripensare e condividere alternative politiche basate sul dialogo e sulla valorizzazione delle persone. L'educazione sessuale dovrebbe integrare politiche per il benessere collettivo, non solo per la salute dei giovani.
Scelte, libertà, migrazioni, femminismi. Soggettività inaspettate alla prova etnografica
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
In contesti migratori (e non) l’etnografia ha la capacità di individuare pratiche di libertà e soggettività inattese che interpellano il femminismo, contribuendo alle potenzialità delle sue sfide locali e globali. La relazione tra antropologia e femminismi permette una costante problematizzazione di entrambi i campi, indicando pratiche e teorie per ripensare il vivere comune.
Generi coloniali. Immagini e rappresentazioni delle donne nella storia dell’Africa oltre gli stereotipi e le semplificazioni
Aula 5, Via Zamboni 38
Qual è stato il ruolo delle donne nella lotta politica anticoloniale? In che modo il taglio del genere getta una luce ancora diversa sul colonialismo italiano, un capitolo della nostra storia che ancora facciamo fatica a riconoscere? La storia delle donne ci permette di rileggere la storia dell'Africa facendo emergere soggettività e narrazioni tutt'altro che passive, ma impegnate in forme di resistenza politiche e quotidiane.
Abitare. Tra ecologia politica e pratiche sociali alternative
Aula 3, Via Zamboni 38
Il tema dell'abitare negli ultimi anni è diventato sempre più di urgente attualità per la riflessione politica sulle città universitarie. A partire da questo bisogno, vogliamo provare a indagare il problema da una prospettiva più ampia, che comprenda il punto di vista dell'antropologia, della filosofia e della ricerca sul campo rivolta a tutte forme di vita "ai margini". Quali alternative esistono per l'abitare?
L’ottimismo dell’Utopia e la fatica della Storia. Essere comunistə nel '900
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
"Qualcuno era comunista perché avevamo il più grande Partito Comunista d'Europa". Dal 1921 Il PCI si è dimostrato essere una forza politica tenace e agguerrita, sempre presente nella lotta politica italiana e sempre pronta a dar voce all3 cittadin3 di questo paese. Nell’arco di quasi ottant’anni, questo Partito è arrivato, grazie all’azione di grandi figure come Togliatti, Iotti, Berlinguer e molte altr3, ad essere il secondo partito per numero di voti del Paese e il primo per numero di iscritt3. Il percorso del comunismo italiano, sebbene riconosciuto come rilevante dalla critica nazionale e internazionale, è meritevole di un'analisi alquanto dettagliata. Nel ricordo del quarantesimo anniversario della scomparsa di Enrico Berlinguer, si avverte la necessità di riempire questo vuoto, esplorando alcune tematiche fondamentali del PCI e offrendo interpretazioni che si estendono per l'intero XX secolo.
Un vecchio principio in antropologia: il principio delle possibilità limitate
Aula 3, Via Zamboni 38
In antropologia il principio delle possibilità limitate era stato applicato nel campo della cultura materiale per spiegare somiglianze di forma nei manufatti provenienti da diverse parti del mondo. Fu poi utilizzato anche nell’ambito delle strutture sociali e, da parte di B. Malinowski, fu connesso alla teoria dei bisogni primari e secondari. Possiamo ora collegarlo al mito del progresso “infinito”, alle “trappole” del progresso in cui si finisce via via di cadere, all’immagine dell’uomo “antiquato” (G. Anders) che Homo sapiens inevitabilmente assume nei confronti della sua cultura più smisurata e incontrollabile (Antropocene)?
Roma e le donne. Ruolo e rappresentazioni femminili nella storia politica romana
Aula 2, Via Zamboni 38
I tragici recenti fatti di cronaca hanno nuovamente messo in discussione la cosiddetta società patriarcale. La società romana antica era fondata sui diritti assoluti del pater. In questa società la donna era subordinata all’uomo, anche se progressivamente vengono ammesse alcune forme di emancipazione. Da questa evoluzione storica e giuridica nascono le diverse rappresentazioni femminili e i relativi giudizi politici.
Pratiche di pace e resistenza nei confini di guerra: un’analisi etnografica
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
Le etnografie dei confini migratori permettono di gettare luce sulle alternative alla deriva bellicista che ci sta investendo e intendere l'antropologia nel quadro di un'educazione alla pace e al disarmo. Partiremo dalle esperienze di ricerca sul campo degli ospiti ai margini della guerra in Ucraina. Quali pratiche di pace e resistenza dal basso emergono dai confini di guerra?
Corpi, genere, violenza: prospettive per un’analisi e un’azione transfemminista
Aula 6, Via Zamboni 38
La violenza di genere riflette le contraddizioni strutturali più intime della società, legate alla condizione socioeconomica delle donne, allo statuto della libertà sessuale, all‘autodeterminazione dei corpi. Gli allarmi sociali che pervadono da tempo il discorso pubblico danno segno della necessità di discutere la costruzione di un orizzonte radicalmente alternativo a quello attuale, facendo leva su nuove pratiche discorsive e politiche attorno all’educazione alle differenze, attente al consenso e per il contrasto alla violenza.
Neoliberalismo ed evoluzione dello Stato nella contemporaneità
Aula 2, Via Zamboni 38
A partire dagli anni Settanta in Occidente politica ed economia hanno subito un completo stravolgimento, con l’ascesa progressiva del paradigma neoliberale. Come interpretare questa trasformazione? Si tenterà di comprendere più a fondo come è potuto nascere il neoliberalismo e in che cosa consiste, per provare ad immaginare alternative per il futuro.
Palestina. Discussione a partire dal dossier: "Antropologia, diritto internazionale e dibattito pubblico sul ‘possibile’ genocidio in Palestina"
Aula 5, Via Zamboni 38
A seguito dell’appello dell’Università di Birzeit “Non rimanete in silenzio di fronte al genocidio”, abbiamo assistito ad una risposta oceanica in termini di comunicati, dichiarazioni e lettere aperte, anche nel mondo accademico. A partire dalla discussione sul dossier - che raccoglie una selezione di materiali prodotti in seno alla comunità scientifica, specialmente quella antropologica - ci interrogheremo su quanto sta avvenendo e sul ruolo possibile e necessario dell’antropologia e della comunità universitaria. Per leggere il dossier clicca qui.
Antropologia della compassione: un'alternativa alla violenza?
Aula 3, Via Zamboni 38
L’empatia e la comprensione interculturale sono alla base di ogni riflessione antropologica. Attraverso esempi concreti, si tenterà di evidenziare come la pratica della compassione possa superare la logica delle contrapposizioni, trasformare i conflitti e favorire la coesione sociale. Nell'attuale fase storica in Occidente, in cui la guerra è nuovamente considerata il principale strumento di risoluzione delle controversie tra stati, riflettere sulla compassione diventa un invito pressante a impegnarsi per costruire un mondo più umano e solidale.
Un altro lavoro è possibile? Salario minimo, riduzione dell'orario di lavoro, fine della precarietà
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
Troppo spesso oggi “lavoro” è diventato sinonimo di precarietà, povertà, sfruttamento, insicurezza. Ma si affacciano con sempre più forza proposte e risposte alternative, per rimettere al centro il lavoro come strumento di libertà ed emancipazione individuale e collettiva. Il dibattito sul salario minimo, la riduzione dell’orario, le proposte per una migliore qualificazione e per impedire infortuni e morti sul lavoro: queste sono solo alcune delle battaglie in campo per ridare forza e significato. In particolare, l'obiettivo di ridurre la settimana lavorativa mira alla creazione di un contesto economico e sociale fondato sulla redistribuzione del lavoro, il coinvolgimento di tutti nella vita produttiva e sociale, con il beneficio aggiuntivo di avere più tempo da dedicare alle proprie passioni e obiettivi personali in modo indipendente. Solo così ogni individuo avrà la possibilità di godere di un'esistenza dignitosa. Ma come farlo? Come costruire consenso e mobilitazione attorno a questi temi?
Le meraviglie del possibile: l’antropologia tra fantascienza e utopia
Aula 3, Via Zamboni 38
L'antropologia e la fantascienza condividono l'interesse per la diversità, l'immaginazione del futuro e l'esplorazione dei limiti umani. Pur appartenendo a sfere diverse, entrambe cercano di rappresentare mondi e pensieri diversi attraverso le risorse linguistiche e cognitive umane. Le scienze sociali spesso si concentrano sugli aspetti sociologici della fantascienza, come le dimensioni utopiche e distopiche, mentre c'è un significato più profondamente antropologico che va oltre l'allegoria politica. Il "desiderio di altrove" espresso nella fantascienza non è solo politico ma anche legato alla dimensione del "meraviglioso", occupando spazi immaginativi una volta riservati al mito e al sacro.
Festival dell'Antropologia
Antropologia e diritto alla salute. Disuguaglianze, esclusione, privatizzazione: quali alternative?
Aula 3, Via Zamboni 38
Le disuguaglianze sociali ed economiche del nostro paese ostacolano sempre più l’accesso universale alle cure e ai servizi. Il diritto alla salute è stato più volte messo in discussione ed è evidente la necessità di mettere in campo percorsi di integrazione e accessibilità alle cure tramite la collaborazione di medici, antropologi e membri delle comunità. Essi possono generare un'attenzione attiva verso le esigenze, sviluppando soluzioni sostenibili, personalizzate e accessibili, promuovendo così una risposta mirata alle necessità presenti.
Disuguaglianze plurali. Genere, generazioni e territori
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
Le diverse forme di disuguaglianza tra individui e gruppi sociali vengono raggruppate in disuguaglianze verticali e orizzontali. La dicotomia verticale/orizzontale non deve tuttavia trarre in inganno dato che le disuguaglianze sono sempre verticali, ossia quelle che possono essere rappresentate in una gerarchia ordinata – di livelli di istruzione, di reddito, di posizione nella stratificazione occupazionale: tra chi ha più o meno potere, più o meno riconoscimento. Accanto a questi due tipi di disuguaglianza ne possiamo individuare altre due: quella prodotta dai tempi di ingresso in un determinato sistema, e quelle determinate dalle disuguaglianze territoriali.
La memoria della differenza, la coscienza della convivenza. Il patto tra i taneka del Benin
Aula 5, Via Zamboni 38
L’etnicità non è un sentimento innato, ma il frutto di un processo culturale. È questo che ci insegnano i Taneka del Benin, che grazie al loro secolare «patto delle colline» hanno trasformato una comunità di frontiera basata su relazioni parentali in una società fondata sulla differenza e l’interdipendenza, una società in cui nessuno è straniero e nessuno è autoctono. Una lezione non da poco in un’epoca in cui la convivenza appare un traguardo sempre più lontano.
Liberi fino alla fine - Eutanasia legale, la battaglia per il diritto alla dignità
Aula 3, Via Zamboni 38
Grazie all'azione di disobbedienza civile per l'aiuto fornito a Dj Fabo, la Corte costituzionale ha riconosciuto il diritto al "suicidio medicalmente assistito" per le persone che lo richiedano in piena lucidità, con patologia irreversibile, sofferenze insopportabili e tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale. Rimane però in vigore il reato del 1930, che punisce fino a 12 anni di carcere l'aiuto fornito a chi non dipende "da trattamenti di sostegno vitale". Il divieto va superato se si vuole garantire il diritto all'autodeterminazione della persona e alla dignità fino alla fine della vita. Modererà l'iniziativa Nicolò Compostella, segretario Cellula Alc Bologna.
L’Europa (e l’Italia) sul bordo del precipizio. Guerre, crisi e manganelli: dov’è l’alternativa?
Aula 3, Via Zamboni 38
L'Unione Europea e le sue Istituzioni si presentano all’appuntamento elettorale di giugno in uno stato di forte crisi di identità, rappresentanza e credibilità. Dalla possibile svolta rappresentata dalla scelta di affrontare l'uscita dalla pandemia attraverso il debito comune per attuare politiche di sviluppo per realizzare le grandi transizioni, il dibattito europeo sembra tornato al punto di partenza. La guerra è prepotentemente sul tavolo della discussione, tra le spinte per un intervento diretto in Ucraina e i silenzi assordanti sul massacro di Gaza. Il vento dei nazionalismi cresce. Il possibile ritorno di Trump mette in discussione la strategia geopolitica europea. La sfida della transizione ecologica per rispondere ai disastri causati dal cambiamento climatico finisce in soffitta, la priorità è la corsa agli armamenti. In Italia, intanto, si parla d'altro. E per nascondere le proprie debolezze, il Governo scommette sul fascino dell'autoritarismo e sull'esibizione della forza,come dimostrano le ricorrenti manganellate inferte a studenti, migranti e manifestanti. C'è un'altra via?
Decostruire il gastronazionalismo - Per una resistenza culinaria
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
La carbonara è una ricetta americana, fino agli anni Cinquanta gli italiani non conoscevano la pizza e i tortellini bolognesi avevano il ripieno di pollo. Le leggende che accompagnano i piatti tipici italiani sono invenzioni molto recenti, scaturite dalla crisi industriale degli anni Settanta. La narrazione distorta dei prodotti della tradizione italiana alimenta un’identità nazionalista su cui le destre guadagnano consenso.
Incolti. Un’alternativa al conflitto fra natura e cultura
Aula 3, Via Zamboni 38
'Casa' è fuori di noi, è l’insieme delle relazioni che abbiamo con gli umani e con gli altri esseri che vivono con noi qui sulla Terra. Dobbiamo la vita a forze ed esseri ‘selvatici’, ‘incolti’, che vivono cioè fuori dai confini delle culture intese come spazi simbolici. L’incolto è la nozione di cui abbiamo bisogno per uscire da quella contrapposizione tra natura e cultura che continua a colonizzare le nostre menti.
Nel museo che vorrei: prospettive antropologiche per narrazioni inclusive nelle pratiche museali
Aula 5, Via Zamboni 38
Come possono i musei (e i musei etnografici!) costruire l’alternativa? Nuovi approcci inclusivi e il coinvolgimento attivo delle comunità hanno reso fertile il dibattito museale degli ultimi vent’anni: parleremo di alcune pratiche in questa direzione. Come possiamo trattare i feticci africani nei musei come oggetti rituali “vivi” - mettendoli a disposizione delle comunità di origine e afrodiscendenti, ridefinendo il concetto di cura rituale? Quali nuove prospettive e pratiche museali emergono dall’analisi dei quipu andini - quelli “sotto teca” come quelli tuttora indossati - veicoli di discorsi su storia, identità e potere? Che domande su noi stessi e sul nostro rapporto con l’Altro ci pongono le biografie e le narrazioni del patrimonio nativo americano oggi nelle collezioni italiane?
Antropobimbi - Laboratorio di antropologia per bambini e bambine
Aula 6, Via Zamboni 38
Come portare l’antropologia ai bambini e alle bambine? Ma soprattutto, perché? Una scienza curiosa, in cui l3 scienziat3 esplorano le possibilità di essere umani. Il laboratorio si propone, attraverso l’esplorazione di diversi (e inusuali) materiali artistici, di riflettere sull’antropologia in un contesto di gioco e sperimentazione artistica.
Per info e/o prenotazioni, inviare una mail a: sara1abrigo@gmail.com
Tecnocina - Prospettive di sviluppo e sorveglianza
Aula 3, Via Zamboni 38
La storia della Repubblica Popolare Cinese si può comprendere solamente leggendo tra le maglie del suo rapporto con la tecnologia e l’innovazione. Tecnocina di Simone Pieranni ripercorre la sua storia, dall'informatica alla pianificazione familiare, dalla bomba atomica alle conquiste spaziali, un viaggio che ha portato la fabbrica del mondo a diventare un gigante high-tech.
Percorsi di uscita dal carcere e esperienze di reinserimento sociale. Quali prospettive?
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
Lo stato in cui riversa il sistema carcerario italiano esprime la necessità di attivare strategie che agevolino il rientro nella società in ottica educativo-lavorativa.
Uno sguardo sulla co-costruzione delle pratiche di reinserimento sociale, tra stigma e preconcetto. Dalle fasi di preparazione all'uscita dal carcere come parti del progetto di trattamento, fino alla ricerca sul re-entry.
La merce entra in scena: Marx e il feticismo
Aula 6, Via Zamboni 38
Vogliamo ripercorrere la storia filosofica della nozione di feticismo dalle sue origini coloniali, con i pregiudizi occidentali sui selvaggi e sui primitivi, alle riflessioni antropologiche di Marcel Mauss e Claude Lévi-Strauss. Una discussione sulla sua trasformazione concettuale nell’elaborazione della teoria del valore e della merce in Marx e nell’elaborazione psicoanalitica di Freud.
Consenso è piacere: antropologia, educazione, sessualità
Aula 3, Via Zamboni 38
Una riflessione sull'educazione affettiva e sessuale in Italia e sul ruolo dell'antropologia nel dibattito sulle politiche socio-educative per il benessere sessuale dei giovani e degli adulti. Come promuovere comportamenti consensuali e contrastare le discriminazioni di genere e le violenze? Nonostante l'antropologia sia poco riconosciuta in questo campo, offre spunti per ripensare e condividere alternative politiche basate sul dialogo e sulla valorizzazione delle persone. L'educazione sessuale dovrebbe integrare politiche per il benessere collettivo, non solo per la salute dei giovani.
Scelte, libertà, migrazioni, femminismi. Soggettività inaspettate alla prova etnografica
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
In contesti migratori (e non) l’etnografia ha la capacità di individuare pratiche di libertà e soggettività inattese che interpellano il femminismo, contribuendo alle potenzialità delle sue sfide locali e globali. La relazione tra antropologia e femminismi permette una costante problematizzazione di entrambi i campi, indicando pratiche e teorie per ripensare il vivere comune.
Generi coloniali. Immagini e rappresentazioni delle donne nella storia dell’Africa oltre gli stereotipi e le semplificazioni
Aula 5, Via Zamboni 38
Qual è stato il ruolo delle donne nella lotta politica anticoloniale? In che modo il taglio del genere getta una luce ancora diversa sul colonialismo italiano, un capitolo della nostra storia che ancora facciamo fatica a riconoscere? La storia delle donne ci permette di rileggere la storia dell'Africa facendo emergere soggettività e narrazioni tutt'altro che passive, ma impegnate in forme di resistenza politiche e quotidiane.
Abitare. Tra ecologia politica e pratiche sociali alternative
Aula 3, Via Zamboni 38
Il tema dell'abitare negli ultimi anni è diventato sempre più di urgente attualità per la riflessione politica sulle città universitarie. A partire da questo bisogno, vogliamo provare a indagare il problema da una prospettiva più ampia, che comprenda il punto di vista dell'antropologia, della filosofia e della ricerca sul campo rivolta a tutte forme di vita "ai margini". Quali alternative esistono per l'abitare?
L’ottimismo dell’Utopia e la fatica della Storia. Essere comunistə nel '900
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
"Qualcuno era comunista perché avevamo il più grande Partito Comunista d'Europa". Dal 1921 Il PCI si è dimostrato essere una forza politica tenace e agguerrita, sempre presente nella lotta politica italiana e sempre pronta a dar voce all3 cittadin3 di questo paese. Nell’arco di quasi ottant’anni, questo Partito è arrivato, grazie all’azione di grandi figure come Togliatti, Iotti, Berlinguer e molte altr3, ad essere il secondo partito per numero di voti del Paese e il primo per numero di iscritt3. Il percorso del comunismo italiano, sebbene riconosciuto come rilevante dalla critica nazionale e internazionale, è meritevole di un'analisi alquanto dettagliata. Nel ricordo del quarantesimo anniversario della scomparsa di Enrico Berlinguer, si avverte la necessità di riempire questo vuoto, esplorando alcune tematiche fondamentali del PCI e offrendo interpretazioni che si estendono per l'intero XX secolo.
Un vecchio principio in antropologia: il principio delle possibilità limitate
Aula 3, Via Zamboni 38
In antropologia il principio delle possibilità limitate era stato applicato nel campo della cultura materiale per spiegare somiglianze di forma nei manufatti provenienti da diverse parti del mondo. Fu poi utilizzato anche nell’ambito delle strutture sociali e, da parte di B. Malinowski, fu connesso alla teoria dei bisogni primari e secondari. Possiamo ora collegarlo al mito del progresso “infinito”, alle “trappole” del progresso in cui si finisce via via di cadere, all’immagine dell’uomo “antiquato” (G. Anders) che Homo sapiens inevitabilmente assume nei confronti della sua cultura più smisurata e incontrollabile (Antropocene)?
Roma e le donne. Ruolo e rappresentazioni femminili nella storia politica romana
Aula 2, Via Zamboni 38
I tragici recenti fatti di cronaca hanno nuovamente messo in discussione la cosiddetta società patriarcale. La società romana antica era fondata sui diritti assoluti del pater. In questa società la donna era subordinata all’uomo, anche se progressivamente vengono ammesse alcune forme di emancipazione. Da questa evoluzione storica e giuridica nascono le diverse rappresentazioni femminili e i relativi giudizi politici.
Pratiche di pace e resistenza nei confini di guerra: un’analisi etnografica
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
Le etnografie dei confini migratori permettono di gettare luce sulle alternative alla deriva bellicista che ci sta investendo e intendere l'antropologia nel quadro di un'educazione alla pace e al disarmo. Partiremo dalle esperienze di ricerca sul campo degli ospiti ai margini della guerra in Ucraina. Quali pratiche di pace e resistenza dal basso emergono dai confini di guerra?
Corpi, genere, violenza: prospettive per un’analisi e un’azione transfemminista
Aula 6, Via Zamboni 38
La violenza di genere riflette le contraddizioni strutturali più intime della società, legate alla condizione socioeconomica delle donne, allo statuto della libertà sessuale, all‘autodeterminazione dei corpi. Gli allarmi sociali che pervadono da tempo il discorso pubblico danno segno della necessità di discutere la costruzione di un orizzonte radicalmente alternativo a quello attuale, facendo leva su nuove pratiche discorsive e politiche attorno all’educazione alle differenze, attente al consenso e per il contrasto alla violenza.
Neoliberalismo ed evoluzione dello Stato nella contemporaneità
Aula 2, Via Zamboni 38
A partire dagli anni Settanta in Occidente politica ed economia hanno subito un completo stravolgimento, con l’ascesa progressiva del paradigma neoliberale. Come interpretare questa trasformazione? Si tenterà di comprendere più a fondo come è potuto nascere il neoliberalismo e in che cosa consiste, per provare ad immaginare alternative per il futuro.
Palestina. Discussione a partire dal dossier: "Antropologia, diritto internazionale e dibattito pubblico sul ‘possibile’ genocidio in Palestina"
Aula 5, Via Zamboni 38
A seguito dell’appello dell’Università di Birzeit “Non rimanete in silenzio di fronte al genocidio”, abbiamo assistito ad una risposta oceanica in termini di comunicati, dichiarazioni e lettere aperte, anche nel mondo accademico. A partire dalla discussione sul dossier - che raccoglie una selezione di materiali prodotti in seno alla comunità scientifica, specialmente quella antropologica - ci interrogheremo su quanto sta avvenendo e sul ruolo possibile e necessario dell’antropologia e della comunità universitaria. Per leggere il dossier clicca qui.
Antropologia della compassione: un'alternativa alla violenza?
Aula 3, Via Zamboni 38
L’empatia e la comprensione interculturale sono alla base di ogni riflessione antropologica. Attraverso esempi concreti, si tenterà di evidenziare come la pratica della compassione possa superare la logica delle contrapposizioni, trasformare i conflitti e favorire la coesione sociale. Nell'attuale fase storica in Occidente, in cui la guerra è nuovamente considerata il principale strumento di risoluzione delle controversie tra stati, riflettere sulla compassione diventa un invito pressante a impegnarsi per costruire un mondo più umano e solidale.
Un altro lavoro è possibile? Salario minimo, riduzione dell'orario di lavoro, fine della precarietà
Aula Tibiletti, Via Zamboni 38
Troppo spesso oggi “lavoro” è diventato sinonimo di precarietà, povertà, sfruttamento, insicurezza. Ma si affacciano con sempre più forza proposte e risposte alternative, per rimettere al centro il lavoro come strumento di libertà ed emancipazione individuale e collettiva. Il dibattito sul salario minimo, la riduzione dell’orario, le proposte per una migliore qualificazione e per impedire infortuni e morti sul lavoro: queste sono solo alcune delle battaglie in campo per ridare forza e significato. In particolare, l'obiettivo di ridurre la settimana lavorativa mira alla creazione di un contesto economico e sociale fondato sulla redistribuzione del lavoro, il coinvolgimento di tutti nella vita produttiva e sociale, con il beneficio aggiuntivo di avere più tempo da dedicare alle proprie passioni e obiettivi personali in modo indipendente. Solo così ogni individuo avrà la possibilità di godere di un'esistenza dignitosa. Ma come farlo? Come costruire consenso e mobilitazione attorno a questi temi?
Le meraviglie del possibile: l’antropologia tra fantascienza e utopia
Aula 3, Via Zamboni 38
L'antropologia e la fantascienza condividono l'interesse per la diversità, l'immaginazione del futuro e l'esplorazione dei limiti umani. Pur appartenendo a sfere diverse, entrambe cercano di rappresentare mondi e pensieri diversi attraverso le risorse linguistiche e cognitive umane. Le scienze sociali spesso si concentrano sugli aspetti sociologici della fantascienza, come le dimensioni utopiche e distopiche, mentre c'è un significato più profondamente antropologico che va oltre l'allegoria politica. Il "desiderio di altrove" espresso nella fantascienza non è solo politico ma anche legato alla dimensione del "meraviglioso", occupando spazi immaginativi una volta riservati al mito e al sacro.
Sostieni il Festival!
I soldi raccolti con questo crowdfunding finanzieranno le attività realizzate durante la prossima edizione del Festival.
Rimani aggiornatə sulle ultime novità del Festival
Iscriviti alla nostra newsletter e non perderti mai nulla: eventi, workshop, podcast, articoli e molto altro ancora!